Aldo Carpi - S. Ambrogio Benedice Arcumeggia

autore: ALDO CARPI
titolo: Sant'Ambrogio benedice Arcumeggia
tecnica: affresco
misure: cm. 200 x 300
epoca: 27 settembre circa - 9 ottobre 1966
collocazione: circonvallazione
iscrizioni: “ALDO/CARPI/9 1966” in basso a destra

 

dipinto di Aldo CarpiL'opera. Aldo Carpi, in sintonia con la maggior parte della sua produzione artistica, scelse per Arcumeggia un tema a carattere religioso. L'episodio risulta anacronistico dal momento che l'artista fa assistere lo spettatore ad un improbabile incontro tra sant'Ambrogio e gli abitanti di Arcumeggia. Nel dipinto il santo sembrerebbe benedire non solo il paese ma anche gli abitanti e i valori che entrambi custodiscono.

 

L'artista. Nacque a Milano nel 1886 e studiò all'Accademia di Brera dove ebbe come maestri Achille Cattaneo e Cesare Tallone e dove tenne la cattedra di pittura dal 1930 e la direzione dal 1945 al 1958. È del 1912 una mostra alla Braidense, mentre nel 1914 espose alla Biennale di Venezia. Partecipò alla Prima Guerra Mondiale durante la quale eseguì un ciclo di disegni sulla ritirata serba. Nel 1925 vinse il premio Principe Umberto. Tra il 1928 e il 1930 lavorò alle vetrate della chiesa di San Simpliciano a Milano, mentre nel 1933 partecipò alla V Triennale di Milano, che sancì il debutto della grande pittura murale novecentesca, con l'enorme affresco della Crocefissione che decorava la cappella del parco. Nel 1948 fu nominato accademico nazionale dell'Accademia Nazionale di San Luca a Roma e membro del Consiglio Superiore delle Belle Arti, mentre nel 1949 divenne Accademico Nazionale dell'Accademia Nazionale Cherubini di Firenze. Nel 1964 Carpi si recò in pellegrinaggio in Terrasanta al seguito di Papa Paolo VI. AI termine del viaggio eseguì una serie di opere che ripercorrono i luoghi visitati e le suggestioni suscitate da questi. Fu un artista profondamente religioso, tanto che fu molto apprezzato e richiesto in tale settore; tra le sue opere più prestigiose si segnalano la vetrata di Davide per il Duomo di Milano e i sei mosaici per la basilica di Santa Maria a Nazareth. Tra i suoi allievi di maggior rilievo si possono citare Cassinari, Dova, Morlotti, Sassu e Faini.
Morì a Milano nel 1973.

 

Notizie storico-critiche. Per comprendere il reale significato di quest'opera è indispensabile non limitarsi alla lettura apparentemente di tipo naturalistico e ricercare il significato simbolico della vicenda rappresentata. Infatti, nonostante il linguaggio formale di Carpi sia figurativo e ancora legato ad alcuni canoni della pittura ottocentesca, in realtà le sue opere sono intrise di una cultura fortemente simbolista che attenua l'impatto realistico delle immagini.
Proprio secondo quest'ottica, il “Sant'Ambrogio benedice Arcumeggia” va forse interpretato come un omaggio e una celebrazione della genuinità della vita e della religiosità di un piccolo paese che aveva conservato i valori assoluti che spesso la civiltà moderna tende a cancellare. La visione panica della religione da parte di Carpi si esprime probabilmente nella capacità che Arcumeggia ebbe di mantenere intatti alcuni elementi della natura, nonché la pace e la serenità che si leggono nei volti e negli atteggiamenti dei popolani che circondano sant'Ambrogio.
Nell'affresco, in cui compaiono ben ventotto figure alle spalle delle quali si estende. Un ampio paesaggio, sembrerebbe quasi comparire il ritratto non solo di alcuni abitanti del borgo, ma anche i volti di Morellato e di Faini rispettivamente riconoscibili nelle figure del personaggio che tiene le redini del cavallo e in quello che regge l'insegna alle spalle del santo. Il volto di quest'ultimo, inoltre, se non rappresenta proprio il ritratto di Carpi, possiede una fisionomia che non può non far pensare a quella dell'artista.
Presso la Casa del Pittore sono conservati sia il bozzetto (foto n. 96, p. 136) che il cartone preparatorio (foto n. 95, p. 136) la cui impostazione generale è pressoché identica alla versione definitiva affrescata. Il bozzetto venne però realizzato con una tecnica compendiaria priva del naturalismo presente nel cartone e nell'affresco. Le figure vennero infatti ottenute mediante veloci e potenti campiture cromatiche a volte racchiuse entro contornature marcate.

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Aldo Carpi - S. Ambrogio Benedice Arcumeggia

 

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